Quasi mi dispiace di dover correggere nuovamente il candidato Pino Morandini. Mi dispiace perché preferirei parlare con lui dei problemi veri della città, invece che rispondergli su questioni fasulle, che lui agita solo per alzare polveroni. L’ultima sparata della serie riguarda l’indebitamento del Comune: 119 milioni di euro, che Morandini prova a spacciare come spreco e sperpero di patrimonio pubblico. Morandini, che col passare dei giorni dimostra di non avere la minima idea di cosa significhi amministrare un Comune, forse non sa che quei soldi sono serviti a finanziare asili nido, scuole, marciapiedi, biblioteche, centri civici e insomma quella qualità della vita di cui i trentini sono giustamente orgogliosi.
Caro Morandini, sarà bene chiarire subito le cose con un esempio: accuseresti di spreco una giovane coppia che contrae un mutuo per acquistare una casa? Tu, forse, del mutuo non hai avuto bisogno, ma sappi che la stragrande maggioranza delle famiglie riesce ad avere un’abitazione di proprietà proprio grazie ai prestiti delle banche. Ed è proprio questo che ha fatto il Comune, senza naturalmente abusare delle proprie disponibilità, come ci hanno riconosciuto sia le agenzie di rating (AA+ è l’ultimo voto in pagella) sia la severissima fondazione Civicum. Quest’ultima non solo ha attribuito al Comune di Trento l’oscar nazionale per la trasparenza dei bilanci, ma proprio all’inizio di quest’anno ci ha riconosciuto una solidità patrimoniale nettamente al di sopra della media italiana. Non voglio addentrarmi in particolari tecnici, ma credo che un dato meriti di essere citato: per Trento il rapporto tra debiti da finanziamento e mezzi propri è di 0,18, contro una media italiana di 0,32 (ma nel 2008 miglioriamo ancora: ci attestiamo infatti allo 0,16). E ancora: siamo sotto la media anche per quanto riguarda l’indebitamento pro capite e siamo tra i Comuni che spendono meno per la cosiddetta “autoamministrazione”, ovvero per il funzionamento della macchina comunale. Però abbiamo anche un primo posto in classifica: a Trento c’è la pressione tributaria più bassa d’Italia. Cosa significa questo? Mettendo insieme tutti gli indicatori, risulta evidente che siamo riusciti a tenere i conti in perfetto ordine senza chiedere soldi ai cittadini e senza, per questo, tagliare i servizi. Altro che debiti: quelli dell’Amministrazione comunale sono investimenti per il futuro della città.
Che dire? Forse è meglio documentarsi, prima di parlare…
Caro Morandini, sarà bene chiarire subito le cose con un esempio: accuseresti di spreco una giovane coppia che contrae un mutuo per acquistare una casa? Tu, forse, del mutuo non hai avuto bisogno, ma sappi che la stragrande maggioranza delle famiglie riesce ad avere un’abitazione di proprietà proprio grazie ai prestiti delle banche. Ed è proprio questo che ha fatto il Comune, senza naturalmente abusare delle proprie disponibilità, come ci hanno riconosciuto sia le agenzie di rating (AA+ è l’ultimo voto in pagella) sia la severissima fondazione Civicum. Quest’ultima non solo ha attribuito al Comune di Trento l’oscar nazionale per la trasparenza dei bilanci, ma proprio all’inizio di quest’anno ci ha riconosciuto una solidità patrimoniale nettamente al di sopra della media italiana. Non voglio addentrarmi in particolari tecnici, ma credo che un dato meriti di essere citato: per Trento il rapporto tra debiti da finanziamento e mezzi propri è di 0,18, contro una media italiana di 0,32 (ma nel 2008 miglioriamo ancora: ci attestiamo infatti allo 0,16). E ancora: siamo sotto la media anche per quanto riguarda l’indebitamento pro capite e siamo tra i Comuni che spendono meno per la cosiddetta “autoamministrazione”, ovvero per il funzionamento della macchina comunale. Però abbiamo anche un primo posto in classifica: a Trento c’è la pressione tributaria più bassa d’Italia. Cosa significa questo? Mettendo insieme tutti gli indicatori, risulta evidente che siamo riusciti a tenere i conti in perfetto ordine senza chiedere soldi ai cittadini e senza, per questo, tagliare i servizi. Altro che debiti: quelli dell’Amministrazione comunale sono investimenti per il futuro della città.
Che dire? Forse è meglio documentarsi, prima di parlare…
Il professorino Andreatta dimentica che il debito del comune negli ultimi anni non ha fatto che crescere e gli investimenti si sono drasticamente ridotti. Quante bugie e quanta cattiveria in questo articolo. Non male per un uomo che dice di avere come faro il dialogo tra diverse culture. Complimenti.
RispondiEliminaMa cosa scrivo a fare? So già che il vostro senso democratico censurerà anche questo messaggio.
Gentile anonimo,
RispondiEliminail mio senso democratico non censura nulla. Semmai è il suo senso di responsabilità a latitare, visto che le è mancato il coraggio di firmarsi con nome e cognome. Quanto poi al dialogo tra le culture, mi pare che qui c’entri ben poco. Stiamo parlando di altro: di un candidato che distorce la realtà per farsi propaganda, di un buco in bilancio che in realtà è costituito da investimenti. Come reagirebbe lei se qualcuno la rimproverasse di aver impoverito la sua famiglia solo perché ha contratto un mutuo per acquistare casa? Sono certo che protesterebbe e chiederebbe che, quando si fa una critica, non si consideri il rispetto dei fatti come un optional. O no?