Chissà come mai ogni proposta di taglio ai costi della politica viene archiviata dai consiglieri del centrodestra sotto l’etichetta “demagogia”. Allungare la durata (e ridurre le sedute) del consiglio comunale è demagogia, riorganizzare le commissioni è ancora demagogia. Diciamo pure che, come s’è visto in questi anni, con le nostre minoranze si va sempre sul sicuro: qualunque sia la proposta, non è mai quella giusta. A pensar male, viene il sospetto che per il centrodestra l’importante sia non far niente, non cominciare mai e poi addossare la colpa alla maggioranza.
Ne prendo atto, ma non ho alcuna intenzione di farmi scoraggiare. Anche perché sono più che convinto che la proposta di allungare le sedute del consiglio comunale sia la più semplice da tradurre in pratica e anche la più incisiva. Facciamo due conti: se, per approvare il bilancio, anziché dieci sedute da due ore e mezzo ne facciamo cinque da cinque ore il risparmio per le casse comunali è di ben 37 mila 500 euro (37.500 euro di risparmi solo per l’approvazione del bilancio!). E comunque il consiglio comunale lungo non è un mio brevetto esclusivo: è una consuetudine diffusa in tutti i Comuni del nord Italia. Che problema c’è a imitare il comportamento virtuoso dei nostri vicini di casa? Forse i consiglieri di centrodestra temono di non riuscire a tener desta l’attenzione per cinque–sei ore? Io credo che se ce la fanno i ragazzi a scuola, possiamo riuscirci anche noi.
Altre due considerazioni. Suona quanto meno strano sentire la minoranza difendere il numero delle commissioni (“sono sempre state otto”) e tuonare contro l’aumento dei commissari. Suona strano perché proprio tra i banchi della minoranza siedono dei veri recordman, che trovano posto anche in quattro commissioni diverse e dunque percepiscono gettoni di presenza plurimi, oltre naturalmente a quello dovuto per la partecipazione al consiglio comunale. Trovo fuori luogo anche il sarcasmo di Pino Morandini. Certo, lui non si impressiona di fronte a questi poveri tagli, visto che la Regione ha già accantonato per il suo vitalizio da consigliere provinciale una somma assai cospicua…
Ne prendo atto, ma non ho alcuna intenzione di farmi scoraggiare. Anche perché sono più che convinto che la proposta di allungare le sedute del consiglio comunale sia la più semplice da tradurre in pratica e anche la più incisiva. Facciamo due conti: se, per approvare il bilancio, anziché dieci sedute da due ore e mezzo ne facciamo cinque da cinque ore il risparmio per le casse comunali è di ben 37 mila 500 euro (37.500 euro di risparmi solo per l’approvazione del bilancio!). E comunque il consiglio comunale lungo non è un mio brevetto esclusivo: è una consuetudine diffusa in tutti i Comuni del nord Italia. Che problema c’è a imitare il comportamento virtuoso dei nostri vicini di casa? Forse i consiglieri di centrodestra temono di non riuscire a tener desta l’attenzione per cinque–sei ore? Io credo che se ce la fanno i ragazzi a scuola, possiamo riuscirci anche noi.
Altre due considerazioni. Suona quanto meno strano sentire la minoranza difendere il numero delle commissioni (“sono sempre state otto”) e tuonare contro l’aumento dei commissari. Suona strano perché proprio tra i banchi della minoranza siedono dei veri recordman, che trovano posto anche in quattro commissioni diverse e dunque percepiscono gettoni di presenza plurimi, oltre naturalmente a quello dovuto per la partecipazione al consiglio comunale. Trovo fuori luogo anche il sarcasmo di Pino Morandini. Certo, lui non si impressiona di fronte a questi poveri tagli, visto che la Regione ha già accantonato per il suo vitalizio da consigliere provinciale una somma assai cospicua…