martedì 17 marzo 2009

L'ostruzionismo è una scelta sbagliata

“Occorre rivedere i regolamenti parlamentari, che non sono adeguati a un governo e a una maggioranza che devono avere tempi certi sull'approvazione delle leggi”. Così, qualche giorno fa, il presidente del Consiglio motivava la sua richiesta di far votare alla Camera dei deputati solo i capigruppo. Che succede invece a Trento? Succede che un consigliere comunale – che, tra parentesi, si riconosce nella stessa maggioranza del premier – non solo paralizza l’aula con atteggiamenti provocatori, ma si esibisce anche in un nuovo sport: quello del “lancio dell’emendamento”.
Tanto la proposta romana quanto l’ottusità dell’ostruzionismo trentino riflettono una concezione della politica che assolutamente non condivido. Se il voto per delega mi pare un’assurdità improponibile, d’altro canto ritengo che una maggioranza democraticamente eletta abbia il dovere di governare. Il dovere, prima ancora che il diritto, perché programmare, scegliere, decidere è il modo migliore per onorare l’impegno che ci siamo assunti con gli elettori. Le minoranze hanno la piena facoltà di esprimere la propria contrarietà ai provvedimenti della maggioranza, ma non quella di svilire e di paralizzare l’aula. Non quella di bloccare ogni decisione senza peraltro prospettare un’alternativa, senza neppure cercare una mediazione, senza tentare di far valere le proprie idee. A tal proposito, è opportuno fare chiarezza: se la linea di condotta dell’opposizione sarà questa anche in futuro, allora sarebbe meglio smetterla di reclamare per la Città di Trento maggiori competenze e ulteriori prerogative. A che servono, se il nostro consiglio comunale è condannato all’immobilismo?
L’emiciclo in cui s’è seduto anche Alcide De Gasperi è stato di rado umiliato come venerdì scorso. Per questo credo che il nuovo consiglio comunale dovrà lavorare fin da subito alla revisione del regolamento d’aula. E’ necessario per più di un motivo: per tutelare la dignità di un’assemblea democraticamente eletta, per preservare il diritto a un’opposizione costruttiva e il dovere della maggioranza di assumersi la responsabilità delle proprie scelte.
Un’ultima annotazione: una seduta del consiglio comunale costa 7.500 euro. Credo che ogni consigliere comunale non dovrebbe dimenticarlo neppure per un attimo, soprattutto in questi momenti di crisi.

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