martedì 22 settembre 2009

Il termovalorizzatore e la strategia dello struzzo

Mi pare che, ancora una volta, il dibattito politico sul termovalorizzatore venga alimentato dal centrodestra cittadino a colpi di slogan, di richieste di rinvio, di no a tutto campo. “Fermi tutti”, è il grido di guerra, ma fermi non possiamo stare, perché le nostre discariche si avviano all’esaurimento, perché non vogliamo esportare rifiuti, perché riteniamo che per rendere Trento sempre più moderna e competitiva servano soluzioni nuove e aggiornate. Certo, è facile alzare i polveroni, lanciare idee alternative fingendo di non sapere che nella nostra provincia sarebbero poco o per nulla efficaci. Più difficile è forse trovare soluzioni vere e produrre proposte concrete, in modo da non rinviare i problemi ai nostri figli, in modo da non condannare i trentini all’emergenza (ricordate Napoli?) tra non molti anni. Io credo che i cittadini ci chiedano di decidere e di non abbandonare il campo non appena la partita si fa complessa. Oltretutto, chi oggi mette in dubbio una decisione che dovremmo già dare come acquisita, sposta il dibattito dai temi veri. Ovvero: la scelta della migliore tecnologia possibile per limitare al minimo l’impatto ambientale, l’individuazione di compensazioni con l’eliminazione di altre fonti di inquinamento, l’ottimale inserimento paesaggistico.
Oltretutto, mi pare strano che il partito che a livello nazionale sta riportando il nucleare in Italia manifesti la propria contrarietà al termovalorizzatore facendo terrorismo sulle scorie e bollando il progetto come anacronistico. Si dimentica forse che le discariche oggi sono realtà da paesi in via di sviluppo e che, al contrario, gli impianti per il trattamento termico dei rifiuti sono stati inventati da quei paesi del nord Europa che per primi hanno intrapreso la strada della raccolta differenziata. Non a caso l’innovazione tecnologica nel campo dei termovalorizzatori ha compiuto passi da gigante, soprattutto per quanto riguarda l’abbattimento dei fumi. Basti pensare che stime dell’Agenzia per l’Ambiente inglese dicono che le emissioni di diossina generate da 35 tonnellate di fuochi di artificio “sparate” durante i festeggiamenti per il Millennio a Londra sono equivalenti a quelle che l’inceneritore londinese produrrebbe in 120 anni (fonte: Enviroment Agency 2000).
Un’ultima riflessione. Qualcuno non ha perso l’occasione per fare del facile quanto inutile sarcasmo quando io ho detto che occorre pensare non solo allo smaltimento dei rifiuti nei prossimi vent’anni (20 anni, come l’età media di un termovalorizzatore), ma anche oltre. A me invece la cosa pare molto, ma molto seria, anche perché conosco i tempi di incubazione di iniziative complesse come queste. Se poi la costruzione di un impianto di questo tipo dovesse coinvolgere non solo centinaia di comuni, ma pure due province, allora la partita si farebbe ancora più difficile. Il che non deve indurre a nascondere la testa sotto la sabbia sperando che le cose si aggiustino da sé. La strategia dello struzzo, a mio parere, non ha mai portato a nulla di buono.

2 commenti:

  1. Il nostro non è un no a priori ed a prescindere; solamente, non sono chiari i dati di emissione in aria ed inoltre vi sono moltissime perplessità sulla gestione data ai privati che, ovviamente, hanno tutto l'interesse a "bruciare" quanto più possibile per monetizzare; la preoccupazione, una delle tante, è anche quella di vedere arrivare rifiuti da altri posti, per poter mantenere redditizio il sistema "termovalorizzatore"; io ragiono da tecnico abituato a fare conti tra costi e benefici, ma come resa energetica, attualmente non vi sono inceneritori redditizi, se non fatti lavorare al massimo delle capacità; quale azienda farà un investimento con la prospettiva di veder ridurre le quantità da bruciare negli anni, incentivando anche la differenziata? Nessuna! Da qui le forti perplessità sull'opportunità di dare in mano ai privati la gestione; poi, ampia apertura al dibattito, ma con dati e progetti, non solo con sensazioni o idee, pur essendo le stesse comprensibili ed in parte condivisibili, da parte di chi è chiamato a decidere, con la convizione,anche mia personale, che stia agendo per il bene della comunità.

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  2. Nessun problema pregiudiziale. Nei mesi scorsi sostenevo l'utilità dei termovalorizzatori ed ero considerato un Berlusconiano, adesso per miracolo sono allineato con il governo locale e tutto va bene. Ciò dimostra che queste decisioni non hanno NIENTE a che vedere con le correnti politiche anche se voi politici continuate a giocare con le finte scaramucce.
    L'unica perplessità è data dalla presenza del privato che giocoforza tenderà a far funzionare al massimo le "macchine". Una gestione pubblica priva di lucro verrebbe accettata con maggiore tranquillità. Dovete far capire che un inceneritore va bene in fase di emergenza, ma che le reali prospettive future sono differenti. Dobbiamo fare in modo che la differenziata la faccia da padrone e che l'inceneritore sia progettato per bruciare componenti residue progressivamente sempre più ridotte con l'obiettivo di passare in maniera indolore ad altre tecnologie.
    Per favore fatela finita di parlare di destra e sinistra che ci avete stufato (casomai, ad essere precisi a livello nazionale gli attacchi vengono più dalla sinistra, o no?).
    La presenza del privato è il vostro punto debole in quanto per essere remunerativo un inceneritore deve funzionare al massimo regime.
    Chiarite questo punto e forse i cittadini saranno disposti a dimenticare tutto ciò che è stato (faziosamente?)sostenuto dai media negli ultimi due anni.

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