martedì 17 febbraio 2009

Andreatta per una città capace di sperare

L'Adige di oggi pubblica un intervento di Mattia Civico a sostegno della mia candidatura. Grazie.
Andreatta per una città capace di sperare
di Mattia Civico (http://www.mattiacivico.it/)
Il dibattito sulle primarie del centro sinistra per individuare il candidato sindaco di Trento sta entrando nella sua fase finale. Domenica 22 febbraio presso le circoscrizioni della città gli elettori esprimeranno la loro preferenza tra i quattro candidati. Qualcuno preferisce Bortolotti perché uomo d'azione, qualcun altro predilige Andreatta perché dedica tempo anche al pensiero, qualcuno Pompermaier perché è verde e altri Chiarello perché ha speso solo 60 euro per le foto. Immagino che ogni elettore maturerà la propria scelta in base a quelle che sono le proprie priorità, la propria storia personale, la conoscenza o meno dei candidati, il giudizio sull'attuale amministrazione, su ciò che è stato fatto e su ciò che rimane da fare e infine anche sulla base di una empatia che può essere scattata verso un candidato in particolare. Io ho scelto e voterò Andreatta perché lascia spazio alla speranza. Spiego in che senso.
La nostra città è sicuramente un luogo curato, pulito, organizzato… è in questo senso uno spazio più che vivibile: lo confermano anche le classifiche nazionali sulla qualità della vita che ci vedono sempre tra i primi posti. Ma non credo che basti. Una città non è solo un "buon contenitore", ma credo soprattutto uno spazio di relazioni: il nostro benessere di cittadini dipende certamente dalla qualità dei servizi che vengono erogati o da come vengono organizzati gli spazi, ma ancora di più dalla qualità delle relazioni che vengono costruite in questo luogo. Compito dunque di una amministrazione non è solo quindi organizzare risposte a esigenze concrete e materiali, ma anche (e per certi versi ed in alcuni casi soprattutto) curare e promuovere le relazioni.In tempo di crisi, ma è un principio che vale per ogni stagione, non possiamo pensare che ad ogni bisogno corrisponda un servizio pubblico. Non sarebbe sostenibile e neppure utile che, per esempio, alla solitudine si rispondesse esclusivamente con il servizio domiciliare: non è così per fortuna oggi. Alla solitudine è bene continuare a rispondere erogando servizi, ma certamente anche riconoscendo e valorizzando le risorse che ci sono: i tanti luoghi di relazione, le associazioni di promozione sociale, la capacità dei cittadini di auto-organizzare una parte di risposta.Per lavoro ho avuto la possibilità di lavorare a fianco delle persone anziane della nostra città in quel luogo vitale e positivo che è il Centro Servizi Anziani di via Belenzani. Un segno concreto dell'affetto e della riconoscenza che la nostra città esprime agli anziani. Ma soprattutto un luogo dove è forte il protagonismo degli anziani che non vengono "assistiti", ma ascoltati, valorizzati, sostenuti nella propria capacità di iniziativa. Come anche i 23 circoli pensionati ed anziani della nostra città: se ci pensiamo, una ricchezza che molto vale come strumento di contrasto alla solitudine. Ma penso anche alla capacità del Servizio Sociale di Trento e dei Poli Sociali di accogliere le persone nell'ascolto e nella valorizzazione delle risorse che hanno, sostenendo le realtà di volontariato e di cittadinanza attiva presenti sul territorio. Alcuni esempi di luoghi che godono di una costante attenzione, di manutenzione e di cura da parte della nostra attuale amministazione. Luoghi in cui vengono promosse le relazioni. E sono davvero tanti i luoghi che richiedono questa attenzione puntuale e precisa: chiedono un contenuto pensato collettivamente, non solo un contenitore.Le scelte che l'amministrazione di Trento sarà chiamata a fare nei prossimi anni, hanno molto a che fare con l'organizzazione degli spazi e in questo senso hanno molto a che fare con la qualità delle relazioni. Le scelte sul piano urbanistico (pensiamo all'idea di portare gli istituti tecnici della città fuori dalla cintura urbana, all'organizzazione dell'area ex Michelin o alla progettazione dell'area di Trento Nord post bonifica, i parcheggi e le ciclabili) avranno una influenza diretta sul benessere e sulla qualità delle relazioni nella nostra città. Perché la forma del contenitore influisce direttamente sulla forma del contenuto.
Desidero che il prossimo sindaco di Trento ponga attenzione a questa relazione stretta fra le scelte che dovrà fare e l'impatto che queste avranno nei nostri percorsi vitali.
Desidero dunque un sindaco che abbia la capacità di fermarsi a pensare, socializzando i suoi pensieri anche "fuori palazzo", lasciando spazio alle idee e alle suggestioni, alle esigenze o alle rivendicazioni, al contributo di tutti: che non abbia paura di questo spazio aperto fra un bisogno e la sua risposta. Quello è lo spazio in cui può crescere la partecipazione, le idee nuove e la speranza. Già: la speranza. Perché "l'importante è imparare a sperare. Il lavoro della speranza non è rinunciatario perché di per sé desidera aver successo invece che fallire. Lo sperare, superiore all'aver paura, non è né passivo come questo sentimento né, anzi meno che mai, bloccato nel nulla. L'affetto dello sperare si espande, allarga gli uomini invece di restringerli, non si sazia mai di sapere che cosa internamente li fa tendere a uno scopo e che cosa all'esterno può essere loro alleato. Il lavoro di questo affetto vuole uomini che si gettino attivamente nel nuovo che si va formando e cui essi stessi appartengono." Con queste parole di Ernst Bloch (Il principio speranza) auguro ad Alessandro Andreatta, che spero prossimo
sindaco di Trento, un buon camminare.

1 commento:

  1. Ecco perché scelgo di appoggiare Alessandro Andreatta
    Anche in Trentino, isola felice, la crisi sta toccando molte famiglie e molte attività imprenditoriali. A ciò aggiungiamo il senso di grande precarietà che sentiamo, palpabile, in mezzo ai nostri giovani. È in questi momenti di grande instabilità che si rende necessario programmare bene tutte le attività di intervento mirate ad ammortizzare l’onda d’urto che ci sta coinvolgendo. Per programmare con lucida utilità e senso del dovere è necessario avere grandi doti di pragmatismo, ma anche grande cuore e sensibilità verso la cittadinanza tutta. È necessario, poi, mantenere il profilo della politica su binari di semplicità, di contatto immediato con la gente, affinché tutti possano capire bene le scelte che si dovranno fare per il futuro della città. Non possiamo pensare che il futuro sindaco abbia in mente stravolgimenti dirigenziali che avranno degli oneri incredibili per la collettività; non si possono capire queste scelte e sicuramente non si possono condividere, poiché non è ben chiaro cosa si voglia fare dei dirigenti attuali, che sono li per regolare concorso e quindi non possono essere rimossi; cosa si vuole fare, creare un altro carrozzone? Sui programmi di sviluppo, poi, non si capisce perché, con l’emergenza case conclamata, si voglia creare aree verdi in posti assurdi, che saranno mal sfruttate da tutti; molto meglio creare un piano di sviluppo organico che sfrutti adeguatamente le nuove aree che si apriranno a Trento Nord, per dare un forte contributo alla risoluzione del problema “casa”; non sicuramente uno sviluppo disarmonico, bensì una proposta di integrazione architettonica con aree verdi a servizio; sviluppo architettonico tecnologicamente avanzato, con l’uso capace e ben mirato delle energie da fonti rinnovabili, e quindi con particolare attenzione a risparmio energetico e ad auto alimentazione, sia elettrica che termica; una risposta che tenga prioritariamente presente le reali necessità della cittadinanza in difficoltà. Vedo in Alessandro Andreatta e nel suo programma tutto ciò e quindi per condivisione di idee appoggio pienamente la sua candidatura. Andreatta, poi, unisce notevole esperienza acquisita nella gestione della macchina pubblica cittadina a grandi doti di umiltà e capacità di dialogo con il cittadino; abbiamo bisogno, in questi momenti cupi e tristi, di persone esperte e capaci e non certo di persone che si improvvisano e vogliono provare a cambiare e portare venti nuovi, salvo poi lasciare a metà strada percorsi di fantomatico rinnovamento che si pretende di concludere in una sola consigliatura. Non possiamo permetterci grandi stravolgimenti e, soprattutto, non possiamo fare salti nel buio, perché è questo che faremmo non appoggiando Alessandro Andreatta. Il programma di Alessandro è chiaro, limpido e cristallino, teso allo sviluppo di una città a misura d’uomo, di una città sensibile ai reali problemi che la sua cittadinanza vive quotidianamente. Alessandro Andreatta ha dato prova di coraggio e di capacità, nei ruoli finora svolti, assumendosi pienamente le proprie responsabilità nelle scelte fatte, anche se a volte difficili; dare una linea di continuità al suo servizio, a mio avviso, brillantemente svolto, potrà sicuramente traghettare la città fuori dal pantano economico- sociale odierno, con sufficienti garanzie di successo e di soddisfazione per tutti .
    Esperienza e idee nuove, il suo slogan, che io mi sento di condividere appieno; esperienza e idee nuove, quindi, per una città in cammino verso un futuro migliore, per combattere contro un presente difficile, molto difficile per tutti. Ecco perché appoggerò Alessandro Andreatta.
    Marco Ianes –Italia dei Valori –Trento

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