Visione aperta e nuova
Credo che Trento, sia per la sua dimensione politica che per la sua oggettiva dimensione amministrativa, abbia in sé le caratteristiche necessarie a gestire autonomamente una più consistente parte delle competenze oggi in capo alla Provincia. Il modello a cui rifarsi potrebbe essere quello della Communauté Urbaine francese, istituita nel 1966 e ancora oggi strumento di governo delle aree urbane. Non serve che io mi soffermi troppo sulle ragioni che mi spingono a lanciare questa proposta: è piuttosto chiaro che una città ha problemi del tutto differenti rispetto a quelle dei comuni di piccola o media dimensione. Diversa è la dimensione dei problemi, diversa la scala, diversi gli impatti e gli interessi coinvolti: diversi, conseguentemente, dovrebbero essere gli strumenti amministrativi a disposizione.
Una città come Trento sviluppa ormai forme di governance atte a coinvolgere nelle scelte pubbliche le grandi categorie degli interessi, i gruppi sociali, le confederazioni sindacali. Dunque Trento oggi è chiamata a sviluppare il proprio agire secondo assi strategici del tutto originali rispetto a quelli di un piccolo comune. Diverse sono anche le necessità finanziarie e superiori le responsabilità.
Ritengo, dunque, che occorra ragionare sulla possibilità di pensare un nuovo modello di governo speciale, differenziando per quanto possibile gli strumenti e le responsabilità della città rispetto a quelle dei piccoli comuni. Sussidiarietà, in fondo, significa proprio questo.
Alessandro Andreatta
Sindaco reggente
Sindaco reggente
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